Killers of the Flower Moon: l’abbigliamento Osage agli Oscar

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Killers of the Flower Moon copertina

 Candidato agli Oscar 2024 per ben 10 categorie, tra cui migliori costumi, Killers of the Flower Moon, diretto da Martin Scorsese, porta per la prima volta nel cinema la popolazione Osage.

La trama

Il film narra la tragica storia avvenuta negli anni ’20, subita dalla Nazione Osage, residente nell’Oklahoma. Gli Osage abitavano una riserva che avevano acquistato nel 1870. Poco dopo l’acquisto, si scoprì che il territorio possedeva notevoli giacimenti di petrolio, portando gli Osage a diventare ricchi. Gli Osage così poterono educare i propri figli in scuole private, acquistare automobili di lusso e vestirsi con eleganza, proprio come la ricca popolazione bianca della zona. Tuttavia, l’abbondanza di denaro attirò l’avidità degli speculatori della zona, e la tribù divenne vittima di una lunga serie di crimini.

Killers of the Flower Moon si concentra in particolare sulla storia di Ernest Burkhart (Leonardo Di Caprio) e lo zio William Hale (Robert De Niro), finto benefattore e amico degli Osage. Progettano segretamente di sterminarli e rubare tutte le loro ricchezze attraverso un finto matrimonio tra Ernest e Mollie Kyle (Lily Gladstone, straordinaria se posso permettermi), una giovane Osage la cui famiglia possiede molti diritti petroliferi.

I costumi

La costumista Jacqueline West, per la ricerca degli abiti, ha visitato i musei, analizzato centinaia di foto e guardato rari filmini in bianco e nero commissionati dalle famiglie Osage. West si è avvalsa dell’aiuto importantissimo di Julie O’Keefe, consulente per i costumi Osage, cresciuta nel cuore della Osage Nation a Pawhuska, Oklahoma. Julie ha assicurato l’autenticità e le sfumature della narrazione degli abiti e dei materiali tradizionali.

Mollie Burkhart

Mollie Burkhart, vera protagonista della storia, è un personaggio che incarna perfettamente la cultura Osage, anche perché si dice che la vera Mollie si distinguesse per le strade di Fairfax perché tendeva più ad indossare abiti tradizionali Osage rispetto agli altri in città.

La protagonista indossa spesso camicette Osage “classiche” in cotonina o satin, bordate con nastri fatti a mano. Per la fedele realizzazione delle camicie di Mollie, la costumista ha studiato le foto delle vere sorelle, i pezzi del museo e i cimeli della famiglia Osage.

Lily Gladstone in Killers of The Flower Moon
Lily Gladstone in Killers of The Flower Moon

West ha inoltre fatto affidamento al proprietario del negozio Supernaw’s (Supernaw’s Oklahoma Indian Supply, un negozio di proprietà e gestito da American Indian) William “Kugee” Supernaw per la realizzazione della preziosa collana di perline di Mollie e le spille circolari d’argento, capisaldi dell’abbigliamento Osage.

L’importanza delle coperte nella cultura Osage

Nel saggio Gli assassini della terra rossa, scritto da David Grann, da cui è tratto Killers of the Flower Moon, viene sottolineata la passione di Mollie nell’avvolgersi nelle coperte Osage.

Lily Gladstone e Mollie Burkhart

Julie O’Keefe spiega che le coperte Osage comunicano storie attraverso colori e motivi particolari e il metodo di avvolgimento.

Preparandosi alla morte della madre, per esempio, Mollie ripiega con precisione la sua coperta nera sulla spalla “per rispetto alla madre morente, e per un motivo pratico, per pettinare i capelli della madre e prendersi cura di lei”, dice O’Keefe.

Nel film, infatti, le donne sono spesso avvolte in coperte tramate, di perline, con nastri. Quando Ernest sposa Mollie, lui è avvolto in una coperta intorno alla vita, mentre quella di Mollie è decorata e vanta quasi 25 metri di nastro.

Lily Gladstone e Leonardo di Caprio in Killers of the Flower Moon

Questo perché, nonostante l’americanizzazione del popolo Osage dopo la scoperta del petrolio, soprattutto le donne volevano mantenere viva la loro cultura, la loro identità, ed è per questo che, molto spesso, nel film sopra vestiti americani troviamo coperte che le avvolgono.

Ernest Burkhart, vestirsi di (e grazie a) un’altra cultura

Ernest Burkhart è un veterano della Prima guerra mondiale che, arrivato a Fairfax incontra i due mondi opposti, in cui presto si infiltra.

Sposando Mollie egli può godere, infatti, della sua nuova ricchezza: ora indossa il suo amore per i soldi attraverso completi a tre pezzi, realizzati su misura dalla United American Costume House.

Ernest ha nel suo abbigliamento dettagli di questi due mondi. Sono dettagli della sua incursione con la comunità Osage, come la fascia intrecciata a mano che decora il suo Stetson (cappelli cowboy), regalatogli da Mollie.

Lily Gladstone e Leonardo di Caprio in Killers of the Flower Moon

Non mancano le incertezze

L’importanza della rappresentazione di questa Nazione non esclude purtroppo critiche su una mancata attenzione alla collaborazione con persone appartenenti al popolo. Christopher Cote, consulente linguistico degli Osage che ha partecipato alla première di Los Angeles, ha espresso le sue contrastanti opinioni sul film: in particolare sul mancato protagonismo di Mollie, eclissato dal punto di vista dell’americano Ernest Burkhart. Inoltre, ha aggiunto che questo film non è stato fatto per i nativi Osage, ma fatto da e per americani. La rappresentazione è sì importantissima, ma anche l’inclusività della stessa avrebbe dato molto più valore e dignità alla storia, alla Nazione Osage, com’è avvenuto nell’abbigliamento, che non è stato solo cornice dei corpi, ma storia, passato, presente e futuro: identità.

Nonostante ciò, Christopher Cote ha precisato che Martin Scorsese, non essendo Osage, ha fatto un ottimo lavoro rappresentandoli.

Ed è vero anche che la costumista Jacqueline West ha ben rispettato la cultura e l’abbigliamento, rendendo giustizia alla storia Osage, tanto da meritarsi la candidatura agli Oscar.

Si aggiudicherà quindi l’Oscar per Migliori Costumi? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti!

di Francesco Lasala

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Vi consiglio inoltre due link molto interessanti:
  • l’intervista di Jacqueline West e Julie O’Keefe per Harper Bazaar al link https://www.harpersbazaar.com/culture/film-tv/a45511003/killers-of-the-flower-moon-costume-designer-interview/
  • un approfondimento sulla storia della Nazione Osage, in cui viene analizzato anche l’abbigliamento “pre-americani”: “Mentre gli uomini cacciavano, le donne lavoravano le pelli che poi venivano usate per fabbricare vestiti e mocassini, ed anche merci commerciali. Gli Osage usavano rasarsi la testa e le sopracciglia, lasciando soltanto una ciocca di capelli che correva da sopra la fronte fino al collo, con le donne che portavano lunghi capelli sciolti sulla schiena. Entrambi indossavano “leggings”, mocassini, con abiti di bufalo o di pelle d’orso per gli uomini e vestiti di pelle di daino per le donne; inoltre, si foravano le orecchie, indossavano braccialetti e si tatuavano il corpo.” https://www.farwest.it/?p=32687

 

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